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ADDESTRAMENTO ASSERTIVO DI GRUPPO

Come avere successo in qualsiasi relazione

L'evento ha ottenuto 12 crediti ECM 


STORIE VERE

 

 

STORIA N.1

Sono in attesa di separazione

Mi chiamo Gxxx, vivo a Fxxxx ed attualmente sono in attesa della convocazione per la separazione con mia moglie. La nostra è sempre stata una coppia particolare basata sul reciproco non rispetto di tutte quelle regole che di solito tutte le altre coppie decidono di rispettare. Questa impostazione che avevamo dato al nostro rapporto, mi ha permesso in diverse situazioni di provare dei momenti di felicità veramente intensi, ma d'altro lato di incorrere in frequenti momenti di vera disperazione. Mentre io sono una persona abbastanza creativa, ma forse un po' timida, mia moglie è sempre stata molto istintiva e reattiva. Forse queste caratteristiche comportamentali complementari hanno permesso nel tempo il mantenimento di un certo equilibrio all'interno del rapporto.Poi ad un certo punto deve essere successo qualche cosa....che non so bene che cosa sia...che ci ha portato a continui litigi. Il culmine di tutto ciò è stato quando ho sorpreso mia moglie, tornando in anticipo dal lavoro, a letto con un altro uomo.

Da allora me ne sono andato da casa, ho rifiutato qualsiasi suo tentativo di spiegazione e ho chiesto subito la separazione. Mi sto però accorgendo che c'è attualmente un problema ancora più grande........io continuo ancora ad AMARE mia moglie.....

 

 

STORIA N. 2

Fobia del matrimonio?

Salve, sono una ragazza di 28 anni e da quasi 6 anni convivo con un ragazzo di 25. La convivenza non è mai stata una scelta per me, perché non la condivido. Per motivi di educazione ritengo che per vivere insieme si debba essere sposati. Mi sono ritrovata in questa condizione per diversi motivi, prima di tutto per il comportamento del mio ragazzo, che io considero insolito. Quando ci siamo messi insieme io vivevo da sola. Lui era molto giovane (19 anni) e i suoi genitori si erano appena separati tragicamente, cosa di cui, ovviamente, soffriva molto. Cominciò a fermarsi spesso a casa mia, finché un bel giorno mi accorsi che stavamo convivendo. Decisi di aspettare un po' e poi di cominciare a parlare di matrimonio, ma lui non voleva neanche che ci mettessimo le fedine da fidanzati. All'inizio credevo che non mi amasse e che si volesse solo approfittare di me e della mia casa. Così sono cominciati i litigi e spesso l' ho mandato via in malomodo. Ogni volta però lui si disperava e faceva di tutto per convincermi che sarebbe cambiato, che in realtà mi amava tanto, ecc. ecc., e ogni volta ha trovato il sistema di darmi delle dimostrazioni. Sono passati quasi 6 anni e questa storia continua. Le fedine ce le siamo messe e lui 2 anni fa mi ha regalato anche un bell'anello di un valore molto grande rispetto alle sue possibilità. Ma la parola "matrimonio" ha continuato ad essere un tabù. Ultimamente mi ero convinta che si fosse deciso, ma il suo stato psicologico va peggiorando. E' ormai un anno che se ne parla e che ci si organizza, ma quando arriva il momento di dirlo a qualcuno (amici, testimoni, parenti...) lui comincia a balbettare, una volta è letteralmente scappato. Io penso che abbia delle crisi di panico o qualcosa del genere, perché non trovo altra spiegazione. Ormai per tanti motivi credo che lui mi ami, quantomeno il nostro amore ha resistito nonostante tutto... e lui vuole continuare a stare a casa con me. Spesso mi chiedo se è diventata del tutto insostenibile e non so che fare. L'ultima delle tante date che abbiamo deciso per il matrimonio è stata il 10 dicembre 2000 e ancora non si è fatto nulla... eppure lui dice che si sente sposato con me. Non ha senso. Gli ho pure detto che mi andrebbe bene anche una cerimonia semplice, anche senza invitati, ma lui dice di no, che il nostro matrimonio dovrà essere grandioso... e poi non fa nulla, dice di averlo detto agli amici e poi scopro che non è vero, che non ha detto niente a nessuno...

 

 

 

STORIA N. 3

Vorrei tanto recuperare questa storia

Sono XXXXXXXX, un uomo di 43 anni divorziato da alcuni anni, anche se mantengo un ottimo rapporto di amicizia con la mia ex-moglie. In questa primavera, frequentando un circolo sportivo, ho conosciuto una donna di 28 anni, moglie di una persona che è diventata poi mia amica a causa dell' hobby in comune. Io non ho mai fatto avances a quella donna, anche se mi piaceva, proprio per il rispetto che ho per il rapporto matrimoniale. Tale donna ha lasciato il marito alla fine di luglio (dopo 7 anni) a causa della "continua" poca considerazione che egli portava verso di lei. Verso l'inizio di ottobre, ha cominciato a frequentare il mio negozio (sono commerciante) e ho avuto modo di capire il suo interessamento verso di me. Abbiamo avuto la possibilità di uscire insieme qualche volta e io ho riflettuto molto, mentalmente, se dedicarmi o meno a questa relazione, data l' "amicizia" con il suo ex-marito; successivamente ho capito che avrei potuto instaurare un ottimo rapporto con lei ed e' successa la cosa più bella del mondo, ci siamo messi insieme. Abbiamo vissuto un mese intenso.... gli amici comuni ci hanno visto insieme, ma mai da soli. D'un tratto lei ha voluto interrompere il nostro rapporto intimo (non quello di amicizia), a causa di un flash-back di attrazione verso un uomo di 28 anni. Con lui ha avuto una relazione di pochi giorni subito dopo la sua separazione, ed è rimasta colpita dalla sua "bastardaggine", ovvero da come era stata trattata. Vorrei tanto recuperare questa storia, ma credo che non sarà facile. A causa di tutto ciò ultimamente provo tachicardia, insicurezza, insonnia, depressione... riesco comunque a fare sport (sono un tipo atletico) e questo mi aiuta molto. Vorrei che tutte le parole che ci siamo detti con sincerità potessero essere di nuovo presenti e che un giorno possano divenire realtà. Ormai sono 15 giorni che non riesco a dormire bene, che sto perdendo peso e che ho l'umore a terra...

 

 

STORIA N. 4

Cosa devo fare?

Salve,mi chiamo xxxxxxx , ho 28 anni e sto da circa 3mesi con una ragazza che per 2 anni e stata la mia migliore amica, xxxxxx, di anni 23. L' amo da morire, ma ha alcuni aspetti del suo carattere che mi fanno molto soffrire. E' stata infatti per 3 anni con un mio amico e lei lo ha lasciato perché non la lasciava più libera di fare niente. Ora il problema in questione è il seguente: dopo 3 anni ha ancora il rimorso di aver fatto soffrire tanto un'altra persona. Tale rimorso è cosi forte da farla piangere e da non farle vivere serenamente la nostra storia. Spesso la trovo distratta e immagino che ci stia pensando, anche perché quando ci pensa, con me diventa fredda e anche se dice di amarmi, in quei momenti so che non è così. Lei me lo ha confermato dicendo, che a volte, mi ama tanto e altre volte pensa troppo e non riesce ad amarmi... I suoi pensieri non riguardano un'altra persona in senso affettivo, ma la colpa di aver fatto soffrire il suo ex è ancora molto forte ed il terrore di far soffrire me lo è altrettanto, tanto da non sciogliersi mai con me e di conseguenza la sento spesso fredda, distante da me e non completamente libera. Io non so cosa fare per aiutarla e che cosa dire. Passo quindi dei periodi orribili pensando che ci sono momenti in cui lei non mi ama .....di cui io mi accorgo subito. Cosa devo fare? Cosa le devo dire perché smetta di pensare al passato e cominci a guardare avanti? Ed io come la devo vivere questa storia?

 

 

 

STORIA N. 5

Moglie e mamma preoccupata

Ho 32 anni, sono sposata da 3 anni e mezzo ed ho una figlia di 2 anni, mi sono sposata dopo un fidanzamento brevissimo, circa 1 anno.Dal giorno in cui mi sono messa con il mio attuale marito, ho capito che quello sarebbe stato l'uomo della mia vita, e così dopo soli 3 mesi di fidanzamento, già si parlava di matrimonio. I preparativi del matrimonio sono stati abbastanza burrascosi, per svariati motivi: l'invadenza dei suoi (che premetto non era proprio invadenza, ma io la consideravo tale, in quanto nella mia famiglia, a differenza della sua, non c'è mai stata una partecipazione attiva a quello che io facevo), la mia poca disponibilità economica e dei problemi di lavoro suoi (dovuti ad un socio in uscita) che gravavano su tutta la sua famiglia e quindi anche su di me. Comunque ci siamo sposati, ed eravamo molto attaccati. Poi sono subentrati dei problemi sessuali (eiaculazione precoce, giusto il tempo di penetrare....) che comunque esistevano già prima del matrimonio, ma ai quali io non avevo mai dato peso, in quanto ritenevo che il fattore sesso potesse passare in secondo piano....Ma il passare del tempo mi ha dato torto......io credo di non amarlo più, non lo desidero più, gli voglio solo un gran bene....mi infastidisce se mi si avvicina, mi disgusta baciarlo, e comunque non ho più il minimo rispetto per lui, lo insulto, in momenti di eccessivo nervosismo (almeno una volta al giorno), gli faccio male, lo derido.....ho parlato con lui del problema, ma siccome è un bonaccione, mi da sempre ragione, ma poi non si da mai da fare, pensa sempre prima al lavoro.Prima ero una persona molto attiva, da quando c'è questa situazione, passo le giornate rinchiusa in casa con la bambina, sono sempre stanca, annoiata, ho da ridire su tutto e su tutti, non c'è nulla che mi vada bene....Ho pensato quindi di rivolgermi ad un ipnotista, anche perché, da quando sono nata ad oggi, ho pochissimi ricordi di momenti belli.......la mia infanzia non la ricordo molto...i pochi ricordi che ho di mia madre, sono ricordi di imposizioni, di botte, di grida, di litigi, è sempre stata una persona molto autoritaria, dovevo vestire come diceva lei, fare ciò che lei diceva, ecc. altrimenti erano punizioni.Il nostro rapporto è sempre stato turbolento, mio padre non c'era quasi mai, e quelle poche volte che non faceva il secondo lavoro, pur di non starle accanto, perché mia madre aveva il grande potere di esasperare anche lui, se ne andava al bar a giocare a carte.Spesso raccontavo bugie, perché con lei, l'unico sistema per ottenere qualcosa, era quello. Finché a 18 anni mi ha messa di fronte ad una scelta: o mollavo il mio ragazzo, oppure se non me ne andavo via di casa, se ne sarebbe andata lei...... così mi ha lasciata andare in mezzo ad una strada senza né vestiti, né soldi, e sono andata ovviamente a vivere a casa dei genitori del mio ragazzo che mi picchiava....il padre di lui a volte mi importunava.......Il mio rapporto con le altre persone è sempre stato incoerente....fatto di tradimenti nei confronti dei ragazzi (tra l'altro molti) che frequentavo e di assoluta inaffidabilità da parte mia.....raccontavo di uno stupro mai subito, oppure mi ingegnavo a fingere svenimenti...quando non volevo più stare con una persona, difficilmente glielo comunicavo, ma trovavo mille pretesti per non farmi più vedere o sentire. Sparivo! Credo che nella mia vita attuale ci sia un legame con la vita passata, ma siccome non ho quasi ricordi dalla mia nascita fino ad almeno i 4 anni, vorrei riuscire a capirci qualcosa e naturalmente a superare questa situazione.Il rapporto con mia figlia mi fa notare che sto riproponendo molti dei comportamenti che mia madre aveva con me: la sgrido mille volte al giorno, drammatizzando i suoi piccoli errori rapportati alla sua piccola età (2 anni appunto), a volte la picchio, ed esigo che lei faccia quello che voglio io. Io comprendo che sbaglio, ma sfortunatamente, la mia volontà non è abbastanza forte da evitarmi di assumere quell'atteggiamento.Ho paura per la mia piccola, più che per me........temo di rovinarle l'esistenza, come mia madre ha fatto con me...vorrei darle un esempio di vita decente, ma non ci riesco.....con l'ansia di darle un modello accettabile di famiglia, sto rovinando tutto......

 

 

STORIA N. 6

Non ha più voglia di fare l'amore!

Mi chiamo XXXXXX, ho 35 anni, libero professionista, vivo a XXXXXXXXX, sono molto soddisfatto del mio lavoro, che mi permette di vivere una vita agiata.Sono sposato da circa 5 anni , dopo sette anni di fidanzamento, oggi ho una meravigliosa bambina di anni due e mezzo.La mia vita è come quella di tutti, con alti e bassi...ma da un po' di tempo ho un PROBLEMA che mi sta rovinando la mia vita.Arriviamo al dunque!Come vi dicevo, felicemente sposato, ritengo di avere un bella famiglia, ma......il mio problema e' mia moglie!Mi spiego: ......non ha più voglia di fare l'amore.Iniziamo dal principio.... primo uomo (sessuale) della sua vita, per sette anni sesso e amore a volontà, coppia molto aperta al dialogo... La mia lei e' laureata e di famiglia ottima .Dal giorno del matrimonio il sesso (per lei) e' cambiato, lo si fa più o meno 20 volte l'anno, solo di sera, dopo che si è un po' ubriacata, le altre ore della giornata non la ispirano...........! ....mai potuto fare sesso "alternativo".... la sua morale non glielo consente.Appena sposati, di comune accordo decidemmo che lei prendesse la pillola, ma dopo sei mesi mi comunicava che le toglieva la voglia di sesso.Le ho esposto che oltre all'amore platonico, avevo bisogno di un amore di carne, ma lei dice che e' un periodo molto pieno di stress e che la nostra piccola la stanca tanto..... dice che tutto ciò è frutto della mia mente....che tutto procede bene .La sera, quando rientro dal lavoro, mi racconta i suoi alibi per glissare l'amore.....la bambina sta tutto il giorno all'asilo nido e/o con la baby sitter...ma lei e' stanca. Poi, quando la mia pazienza sta per finire, capisce che sto per scoppiare, mi concede la "s......" coniugale..... una e basta.Quando abbiamo appreso che era incinta, mi negò qualunque rapporto sessuale per quindici mesi.Questa estate siamo andati in vacanza e abbiamo deciso di portare con noi i suoi genitori, così la bambina rimaneva con i nonni, ma tra il dire e il fare....... mi diceva..... sai ci sono i miei, potrebbero capire che..........Ultimamente ho di nuovo esposto il mio problema, che sta incrinando la nostra vita , ma lei dice che e' solo frutto della mia immaginazione, quando gli racconto di amici in comune che hanno almeno un rapporto al giorno, lei dice che sono solo chiacchiere.... che non è possibile! Mi viene voglia di lasciare tutto e andarmene, ma la mia Bambina mi frena, la sola idea che non sia più con me... mi uccide.Secondo me, questo le da maggiore sicurezza del mio non andare e tutto ciò che lei desidera per me diventa un ordine . La amo come il primo giorno, ma il letto è solo un giaciglio per riposare.AIUTO!!!...chiedo troppo?

 

 

STORIA N.7

Piango e mi sento in gabbia

Non so più che cosa fare con il mio ragazzo, che mi sta facendo andare fuori di testa, con la sua ossessione del mio "passato".Stiamo insieme da 8 mesi, io ho 25 anni, lui 32, e in passato ho avuto alcune storie d'amore importanti che lui, da otto mesi, vuole conoscere in ogni loro aspetto, soprattutto in quello sessuale:mi fa domande precisissime, mi chiede di fargli vedere cosa facevo con i miei precedenti partner, mi chiede cosa sentivo , come vivevo ...Chiama i miei ex per nome come se li conoscesse...Oggi mi ha scritto un messaggio nel quale mi diceva che mi stava immaginando nuda con uno dei miei ex, che facevamo le nostre cose e non riusciva a togliersi dalla mente quell'immagine ...dice che la colpa è mia, perché non capisco questo suo bisogno di conoscermi e che sono io che non gli ho saputo raccontare le cose in modo obiettivo, per cui lui adesso è costretto con la sua testa a rielaborare tutte le informazioni e a riviverle, perché, in caso contrario, non si potrebbe affidare a me.Dice che non si fida di me, che gli tengo nascoste delle cose, che mento sulle mie storie, che io sono troppo debole, che mi lascio andare troppo presto, mentre lui avrebbe voluto che io l'avessi aspettato vergine... perché solo così posso essere assolutamente pura (mentre lui, in questo momento, mi vede impura e sporca).Quando pensa queste cose diventa violento e aggressivo....grida, soffre, piange e per giorni interi non dorme, non mangia, perde il contatto con la realtà e continuamente vede queste immagini, e pensa, elabora e mi fa star male anche a me psicologicamente. Io sto infatti iniziando a sentirmi sporca, a vergognarmi del mio passato, ho paura di sbagliare a parlare, di ferirlo e piango in silenzio.Una volta mi ha gridato (in preda ad una "crisi") che io ero una maniaca selvaggia e ha tirato dei pugni tremendi sul muro, che mi hanno fatto tanta paura, perché ho pensato che.... se ne avessi mai ricevuto uno io ...non so proprio che cosa mi sarebbe successo.Io sono fragile e continuo a non capire questo suo bisogno di sapere ...da otto mesi mi sto dedicando completamente a lui e sto diventando stanca... troppo stanca, piango e mi sento in gabbia.

 

 

STORIA N.8

Lui non ha più chiarezza dentro di sé

Mi chiamo xxxxxxxx , ho 32 anni e da 12 ho una storia con un mio coetaneo. Insieme abbiamo costruito molto (es. abbiamo comprato una casa e messo in atto anche altri progetti). Oggi che la situazione economica si è stabilizzata, che lui ha trovato un lavoro, anche se non pienamente soddisfacente e causa di molti stress (fa il promotore finanziario), da circa un mese stiamo vivendo un momento molto difficile. Lui è depresso, dice di non riuscire più a vedere un futuro insieme. Che le vicissitudini e le insoddisfazioni che lo attanagliano gli fanno vedere intorno a sé il vuoto. A questo si aggiunge il fatto che il nostro rapporto di coppia è sempre stato un po' esclusivo, anche se di tanto in tanto abbiamo cercato di frequentare anche amicizie. Oggi lui mi dice che non è più sicuro di niente, né di quello che vuole (anche se si rende conto di volere nel proprio profondo una famiglia e dei figli), né se lo vuole ancora con me. Io non riesco a staccarmi da questo rapporto, che tra l'altro ci coinvolge anche sotto altri fronti (io tengo i suoi rapporti con la commercialista e provvedo al pagamento delle sue scadenze e impegni). A tutto questo va aggiunto il fatto che da un anno a questa parte (io l' ho saputo solo ora) lui ha un'amicizia a suo dire "disinteressata" con una collega di lavoro con la quale riesce a parlare serenamente e che per lui rappresenta un ponte tra i suoi superiori e sé stesso. Una specie di "solidarietà" contro lo strapotere dei suoi superiori, una persona che lo avverte delle ingiustizie perpetrate contro di lui. Dice che è solo un'amicizia che si manifesta durante gli occasionali incontri in ufficio, e che io la prendo male perché è nel mio carattere essere estremamente possessiva. Secondo lui vedo in questo rapporto amicale un tradimento. E' vero, io lo vedo come un tradimento perché noi abbiamo sempre avuto un ottimo dialogo e il fatto che lui si rivolga a qualcun'altra mi amareggia molto. I nostri rapporti sessuali, fino a questa crisi, erano soddisfacenti per entrambi, anche se spesso abbiamo avuto delle incomprensioni perché io non volevo più prendere precauzioni e desideravo che la natura facesse il suo corso. Comunque oggi continuiamo a vederci una volta a settimana e a sentirci la sera, anche se mi rendo conto che è uno stillicidio soprattutto per me, perché mi creo delle aspettative che lui fa di tutto per deludere. Anzi, mi accorgo che lui frena i suoi impulsi verso di me perché non ha più chiarezza dentro di sé.....

 

 

STORIA N. 9

Non so che fare

Sono una libera professionista, sono sposata da 17 anni ed ho due bambini di 10 e 6 anni. Siamo un famiglia normale, abbastanza agiata, ed io e mio marito ci siamo conosciuti giovanissimi, grande amore e sposati molto presto, il primo rapporto serio per entrambi sfociato nel matrimonio. Siamo due persone entrambe molto realizzate sul lavoro e non vi sono mai stati conflitti in tal senso, svolgendo due attività completamente diverse. Alcuni (allora) migliore amico, che si era rivolta a lui inizialmente per svelargli suoi problemi famigliari (principalmente a sfondo sessuale) con il marito e anche con lo suocero (si...hai letto bene!). Mio marito, per proteggerla e per aiutarla, le si è attaccato molto e la cosa è durata per due anni, nei quali questa famiglia è vissuta praticamente in simbiosi con noi, mi è stata imposta in tutti i modi, non si poteva più fare nulla senza che vi fossero anche loro. Al mio rifiuto di continuare ulteriormente in questo modo, è uscita tutta la cosa. Sia lui che lei, non hanno mai ammesso di aver fatto sesso, ma solo di molta intimità e di incontri clandestini per "raccontarsi" e pertanto hanno cercato una completa assoluzione sulla base del "non c'è stato nulla".Io ho dato di matto per alcuni giorni, ho capito tanti atteggiamenti, tante cose fatte alle mie spalle, ma poi ho perdonato, ed addirittura non avevo allontanato quelle persone definitivamente dalla mia casa. A distanza di qualche mese ho visto però che mio marito era perso per lei, perché il fatto di non poterla più frequentare come faceva prima, lo faceva impazzire. Di li ho capito che era innamorato perso. Allora ho voluto che tagliassero i ponti completamente. Lui a malincuore ha accettato, è stato con me, ma freddamente per anni e anni.... nei quali ho fatto di tutto per fargli capire che io c'ero. Nel frattempo, lui comunque è stato un ottimo padre, non mi ha fatto mancare nulla di materiale, si è comportato bene, insieme abbiamo fatto tantissime cose per la realizzazione professionale e sociale. Premetto che io non l' ho mai tradito..... nemmeno adesso che vi scrivo. Miliardi di volte abbiamo parlato e discusso, ma da lui... la parola "ti amo", non l' ho mai più sentita. Probabilmente, tutta questa sua freddezza, ha freddato anche me, che invece l' ho sempre amato ed adorato, nonostante quello che mi aveva fatto. Il colpo di grazia è avvenuto questa estate, dopo che lui, per l'ennesima volta, mi ha detto: "non potremmo mai più amarci come una volta, non ha senso dire ti amo". Forse da quel momento mi è caduto il mondo addosso ed essendo comunque io una donna, diciamo "molto graziosa", mi sono detta che forse dovevo cercare altrove l'amore e le emozioni che lui non mi voleva più dare.Mi sono aperta maggiormente al mondo (normalmente sono una persona molto autorevole ed austera) e non c'è voluto molto perché un altro uomo si innamorasse di me. Un uomo che è lontano da me 800 km, ma con il quale ci sentiamo molto affini, per carattere e desideri, anche lui non libero, una persona molto passionale e al tempo stesso rassicurante. A questo punto, prima di intraprendere una relazione con lui, ho fatto l'errore di dire a mio marito che volevo essere libera, perché finalmente volevo una vita mia lontano dai fantasmi del passato, che ancora abitavano a casa nostra....negandogli però sul momento che fosse a causa di un altro uomo. In effetti non era successo nulla ancora, ci eravamo visti due o tre volte in contesti assolutamente formali, però c'erano state telefonate ed e-mail che naturalmente erano state l'inizio di una "relazione". Ora si trattava di incontrarci noi due, per capire fin dove era seria la cosa....solo che mio marito non me l' ha permesso. E' stato colto da crisi di panico da abbandono ed allora ha fatto tutto quello che doveva fare al tempo della scoperta della sua storia, si è umiliato, ha riconosciuto tutti gli errori, mi ha detto tutte le cose che mi aveva negato in tutti questi anni e mi ha tormentato per sapere della mia scelta ed io, stupidamente, gli ho parlato del mio "altro" uomo. Apriti cielo...... mi ha tormentato per sapere tutto di lui e si è distrutto.... ha perso 6 kg in 15 giorni, ha minacciato di uccidersi, mi ha messo davanti le responsabilità sui figli, non è più praticamente andato in ufficio.... sono entrata nel panico perché veramente ho avuto paura facesse qualche sproposito. Allora gli ho promesso che avrei chiuso tutto con il mio amore "distante", per farlo stare tranquillo, ma ora lui si rende conto che questa storia ha fatto scatenare solo qualcosa che era già minato e cioè il mio amore per lui per troppo tempo calpestato. Però con lui (il mio "amante" ...chiamiamolo così) proprio non riesco a chiudere, continuiamo a sentirci di nascosto, a roderci perché, per salvaguardare gli equilibri dei miei figli, io dovrò ancora stare vicino ad una persona che ADESSO mi ama o almeno dice di essere perso senza me, ma al quale io non so più che sentimento possa provare se non attualmente un grosso senso di pena. Non so che fare......

 

 

 

STORIA N. 10

Perché non riesco a troncare del tutto?

Sono una ragazza di 25 anni e ho un mio problema di coppia.E' più di un anno che sto con un ragazzo di 30 anni, disoccupato e un po' apatico. La nostra storia è iniziata di getto, contro ogni mia aspettativa. Io, che sempre ho prediletto la sintonia come valore assoluto, ho abbandonato ogni remora in un momento, e sono stata prepotentemente trasportata da una forte attrazione.Già dopo pochi giorni, ho avvertito però un sottile disagio: sentivo che non c’era un codice comune, non c’era benessere dal poco dialogo che avevamo (cosa per me fondamentale e punto di riferimento per distinguere un rapporto significativo da una conoscenza). Così l’ho lasciato, ma ogni mio lucido rifiuto era seguito dalle sue ossessive telefonate e dai suoi morbosi ritorni con stressanti ricatti morali; e così io - per vile attrazione (riuscivo a piangere dalle coinvolgenti sensazioni che provavo con lui) - ci ricadevo. Questo lasciarsi e rimettersi ha caratterizzato la nostra storia. Provocando grandi sensi di colpa in me (mi sento immatura per questo) e perdita di credibilità come coppia nei confronti degli altri. Così, mentre io sapevo che era necessario troncare, il nostro rapporto è comunque cresciuto. La nostra intimità fisica è dolce e coinvolgente; per me lui è l’incarnazione del mio immaginario erotico, ma accanto a ciò che abbiamo costruito in questo anno, rimane un mio senso di insoddisfazione. sono entrata nella condizione d’insofferenza verso certe sue risposte. Io infatti amo sviscerare gli argomenti, magari anche lui ci prova, ora.....ma sento sempre un po' di superficialità nei suoi discorsi e opinioni.....e poi, questa nostra piccola incompatibilità, non mi fa sentire una coppia che sa resistere alla realtà esterna…cioè mi sento come se fosse stupido stare con lui, visto che non gli riesce a capire, senza che sia io a spiegargli OGNI cosa.Se fosse un rapporto autentico mi dovrebbe leggere dentro, capire, intuire.Mi accorgo che non ho voglia di fargli regali, cosa strana per me, che cerco sempre di stupire persone a me care, con regali che hanno un certo simbolico significato. Il problema è forse che nella nostra storia non mi sono mai sentita legata…non sento quel legame interiore che ho già sperimentato con altre persone. Io che facevo moralismi, che mi ritenevo capace di un amore “per sempre”, mi avvilisco a pensare che sono invischiata in un rapporto di serie B e che desidero incontrare la persona giusta e costruire un rapporto più significativo. Io ho spesso la sensazione che il rapporto "non va", una vocina interna mi dice "non fa per te, guarda come ti parla superficialmente"; e poi non ho stima di ciò che dice, visto che molte volte parla per frasi fatte.Mancanza di stima…intolleranza…per poi invece sciogliermi ad ogni nostro contatto fisico, ormai sempre più coinvolgenti e intensi. Lui dice di non capire la parola Sintonia, per me condizione indispensabile....che ho sperimentato invece con altre persone.Spesso mi chiedo se è possibile che il rapporto si consolidi su basi sbagliate, e che vada avanti per inerzia, attaccamento o abitudine..... Ormai è un continuo tira e molla: per me, lui, infatti, diventa di giorno in giorno più importante, una presenza rassicurante. Mi dico che lui sta cambiando, sta maturando (mbè, era ora, ha 30 anni…), ma comunque sento che con lui la sintonia non è mai abbastanza. Mi chiedo se è un mio problema, se sono io a vivere il rapporto in maniera sbagliata, o a non esserne capace…o comunque perché non riesco a troncare del tutto?Come ci si riesce?

 

STORIA N. 11

Il tempo sta finendo

Avrei voluto lavorare, guadagnare moltissimo, mantenere e realizzare ogni mio sogno senza mai dover chiedere.Avrei voluto non essere un peso, pagarmi le spese mediche, i divertimenti,gli hobby, i regali che faccio.Ho sostenuto, incoraggiato, coccolato, capito, indirizzato l'espressione di ogni componente della mia famiglia.Ho desiderato moltissimo una casa... che ora ho! Bellissima che pochi possono avere, ha molto di me questa casa, ma NULLA DELLE MIE FATICHE. Neppure un mattone è stato pagato da me.Il senso di possesso determinato molto dal guadagno, dalla capacità di guadagno e di spesa, che io non ho. L'unica cosa che è spontanea in me, ora, è che io HO LA FORTUNA DI VIVERE IN QUESTA CASA. Ogni cosa che desidero per la mia persona, è limitata dalla precedenza economica, se non è di bene comune, so x certo che non mi spetta + di tanto.Anche se devo dire che spesso ci provo, spero che qualcuno mi dica che mi spetta! Non è così!!!Per circa 20 anni ho avuto la convinzione che il mio lavoro in casa fosse fondamentale, necessario e importante. A tutti gli effetti è così, ma in pratica, non produce nulla.Definirei ora il mio compito all'interno della famiglia un lavoro da governante missionaria; dai spontaneamente.. nessuno ti ha chiesto di farlo, senza Mai doverti aspettare nulla in cambio, si chiama AMORE. Ho spesso la sensazione che mi si debba in cambio un po' di solidarietà, non sono di molte pretese, ma certo e che pure io conosco la fatica, ma spesso mi viene ricordato che nessuno mi ha detto di farlo, ma strano e che......DEBBO FARLO, una sorta di volontariato, ma obbligo al tempo stesso.Il mio compagno, lavora moltissimo, il dominio è certamente suo.Guadagna parecchio.... ci mantiene tutti....i spesa... questo ridicolizza ancora di + la mia persona, però se mi si spiega con garbo, e mi si aiuta, io poco alla volta acquisto fiducia in me e chissà che con il tempo riesco anche a trovare un lavoro dignitoso. Per ora l'unica certezza che ho è che so pulire casa e so usare il pc.... ma questo non serve a nulla! Il primo un dovere, il secondo una passione costosa e non gradita.Se potessi ricominciare la mia esistenza darei la precedenza alle mie capacita....spesso accantonate per questo e quello, o semplicemente per cattiva autostima. Studierei, coltiverei la mia mente, spronerei le mie potenzialità, ormai da troppo tempo latenti. L'importante è la serenità e l'equilibrio della famiglia, in questo io posso fare molto..... per primo cercare di non destabilizzare gli ordini delle cose... quindi

Il capo famiglia = dominio, gratitudine, riconoscenza, priorità delle esigenze, solidarietà, comprensione.

figli= precedenza in tutto quello che dicono e fanno, impossibile risparmiarsi.La loro vita è l'unica certezza della mia esistenza UTILE

IO = moglie, madre, buona capacità di adattamento, istinto di sopravvivenza,senso dell' umor, vivere la rinuncia come evento naturale, rassicurante,piacevolmente combattiva ma non troppo, portatrice di soluzioni non di caos, dare sempre la certezza di stare bene, x non turbare, dare forza, dare aiuto con discrezione, non devono accorgersi di averlo ricevuto così l'autostima di chi sta vicino cresce, convinto che di te non ha proprio bisogno perché fa tutto da solo alla grande.......

 

STORIA N. 12

Possono i sentimenti essere dimenticati?

Ho 36 anni e da circa due mesi sto vivendo una situazione per me paradossale.Sposato con una coetanea e due figli, una ragazza di 15 anni ed un bambino di 5 anni, sto vivendo l’incredibile trauma della separazione. Credevo di aver la famiglia più bella del mondo e proprio per questo ho cercato di non far mancare loro nulla.Ma, improvvisamente, dopo uno stupido litigio, mia moglie entra in crisi e comincia a piangere. Dopo due giorni mi chiede di uscire di casa perché la soffoco ed ha bisogno di restare sola con i figli. Premetto che abbiamo sempre avuto una vita sessuale entusiasmante, ed entrambi eravamo sempre stati abbastanza gelosi l’uno dell’altra, ma per me tutto ciò era indice di passione e di sentimenti sempre vivi.Successivamente mi comunica che non vuole più saperne di me. Che ho sempre pensato al lavoro. Che ero egoista, perché, pur ritagliando degli spazi durante la settimana (uscivamo da soli senza figli il lunedì o il martedì e spesso eravamo fuori a cena nei fine settimana), la domenica passavo il mio tempo sul divano e non si faceva nulla insieme.Mi ha rimproverato altresì di essere troppo collerico e nervoso nei litigi, che erano molto rari. In effetti ho un carattere per il quale esplodo e dopo due minuti la cercavo e la coccolavo. Sembra che però a lei rimanevano segni, per i quali mi dichiarava di non dormire per più giorni.Problema che tra l’altro, si trascinava dal rapporto con il padre. Riconosco di aver molte colpe, ma non avevo mai messo in discussione né il mio amore per lei, né la famiglia e ora …E’ scivolata sempre più in questa scelta drastica, al punto da dirmi in faccia.... dopo un mese, che non mi ama. Questa dichiarazione mi ha travolto e ucciso. E’ possibile che una persona possa smettere di amare di punto in bianco? Solo poche settimane prima, in un impeto sentimentale, mi aveva fatto trovare una lettera nella quale mi chiedeva di farle sentire il fiato sul collo, perché mi amava da impazzire. Ora non so più in cosa credere e non riesco nemmeno a farmene una ragione.Ha cominciato a far discorsi del tipo: "ho iniziato un percorso da due anni a questa parte in cui mi valorizzo di più" oppure "metà della famiglie che conosco sono peggio di noi e l’altra metà come noi. Io voglio una vita di qualità"!Non ci capisco più nulla. Mi sveglio di notte e il mio sonno è frammentario. Piango, mi demoralizzo, mi sento devastato. Invece, ogni volta che vado a prendere i figli per passare del tempo con loro, la vedo serena e felice. Come può, una decisione del genere, essere assunta con tanta serenità e distacco? Mi parla degli aspetti tecnici della separazione come fossero particolari normalissimi. Ed io mi sento morire dentro ogni volta. Non so come uscirne.....anche perché ne sono profondamente innamorato e non la riconosco più.Si comporta come un’adolescente. E’ sostenuta da un’amica, anch’essa sposata con due figli piccoli, la quale, avendo il marito fuori casa per 8 mesi l’anno per lavoro, le offre tutta l’ospitalità e la compagnia possibile, così da non sentire solitudine. Si scambiano mille SMS al giorno e si mandano squilli in ogni momento. Sembra quasi che non le voglia permettere di fermarsi a riflettere.....ma può, un sentimento, cementato da difficoltà e crescita in comune, smettere di essere di colpo? Possibile che io non le manchi, quando lei mi manca da morire? Lo so, sono quesiti che non servono, eppure sono domande ricorrenti nelle lunghe notti insonni e durante il giorno. Vivo in attesa di un suo segnale che non arriva. Ed ogni giorno disegna distanze sempre più lunghe.Il figlio più piccolo comincia a risentirne e lei dichiara che si devono abituare. Eppure, un bambino molto vivace ed abituato a vederci sempre insieme, non può uscirne senza lividi. Anche questo mi fa impazzire, perché il mio concetto di famiglia era inalienabile e indistruttibile.Inoltre, ha dichiarato a comuni amici che, nell’ultimo anno, le ho dato le cose più belle, ma anche le cose più brutte. E si riferiva a due litigi per i quali – a distanza di 3 mesi l’uno dall’altro – lei mi aveva dichiarato di averne sofferto molto. Ma il mio modo di chiederle scuse era cercarla e soddisfare ogni suo desiderio. Vorrei specificare che non mi sono mai permesso di metterle le mani addosso, però quando si litigava alzavo molto la voce e usavo parolacce, mai rivolte a lei pero'....Ora, per sostenere questa scelta abominevole, mi ha citato particolari e situazioni che risalivano addirittura a 15 anni fa e a 10 anni fa. Come vedesse solo ogni cosa brutta che il rapporto ha dato, dimenticando tutto quello di bello che abbiamo costruito e vissuto.Ognuno di noi ha subito dei presunti torti, ma mi sembra impossibile che siano rimasti in un angolo, in attesa di essere scaraventati come proiettili all’occasione propizia.Cosa sta succedendo? Perché non riesco a capire? Perché ogni giorno che passa mi distrugge? Come faccio a controllare quest’ansia che mi assale, questo dolore che mi lacera dentro e mi fa esplodere?Un perché mi servirebbe. Avere una ragione, cercar di razionalizzare servirebbe ad affrontare la situazione. Ma la mancanza di un perché, di una motivazione vera e forte non mi permette di uscire da questo incubo. Possono i sentimenti essere dimenticati? E che possibilità di riconciliazione ci possono essere dopo un evento del genere? Dormo fuori dal 15 marzo ed a distanza di quasi due mesi mi sento sprofondare sempre più nella melma.Da un lato vorrei tornasse tutto come prima, migliorando certo tutti quei difetti e quegli errori che ci hanno condotti a questa situazione (anche perché ci si sbaglia in due); ma dall’altro non riesco più a fidarmi di lei, la vedo talvolta con rancore, talvolta con un misto di terrore e ansia.

 

 

STORIA N. 13

Perché non sposarci subito?

Sono fidanzata da due anni e mezzo con un ragazzo di 32 anni. Io ne ho 22. Malgrado la differenza d'età andiamo molto d'accordo, non litighiamo quasi mai, cerchiamo di trovare delle soluzioni che vadano bene per entrambi, abbiamo dei buoni rapporti sessuali. E' un ragazzo che tutti mi invidiano. Buono, disponibile con me e la mia famiglia, generoso, intelligente, ecc. insomma è l'uomo che ho sempre sognato.Il mio sogno è sempre stato il matrimonio. Fin da quando sono piccola. Con lui sentivo che ciò potesse essere possibile. Malgrado la mia giovane età, ho bisogno di avere una mia famiglia. I miei si sono separati quando ero piccola, non ho fratelli, né nonni, né cugini. In realtà non ho nessuno. Mi sento sempre infinitamente sola. Il mio ragazzo, dopo tante storie avute, ha finalmente colmato quel vuoto che c'era in me. Ho lasciato l'università perché ho capito che non è la mia strada. Ora lavoro. Tuttavia, quando l'ho conosciuto, ho avuto una crisi depressiva grave perché se n'è andato a passare l'estate nella sua casa al mare.
Sono follemente attaccata a lui. Se lo perdessi ne morirei. Farei tutto per lui. E' il mio idolo. I miei sono scandalizzati. Loro sono dei fieri sessantottini, ma a mio avviso sono solo dei falliti, soprattutto in campo sentimentale, aspri, e poco generosi.Ora ho trovato l'uomo della mia vita. Mi ha detto che comprerà una casa dove potremo andare a vivere. I suoi sono molto abbienti. Ha una famiglia che ho sempre sognato. Numerosa, dove ci sono pochi litigi, tanta gente e tanta allegria. Sua madre non fa altro che parlarmi di come l'arrederemo, ecc. Mia madre invece la mattina non mi guarda neanche in faccia. Non è riuscita a dirmi niente quando le ho detto che saremmo andati a vivere insieme. Mi ha detto solo che finalmente avrei capito che significava faticare.
Tuttavia, sono indecisa. Lui insiste che prima di sposarci dobbiamo convivere. Ha detto che tra un anno ci sposeremo. Prima gli avevo detto che andava bene. Poi però ho cambiato idea. In realtà il mio sogno è sposarmi. Ho paura di rischiare troppo. Potrei perderlo. Oppure potrebbe sposarmi. Piango sempre perché non so più che fare. E' la mia grande occasione, eppure vengo derisa perché oggigiorno nessuno pensa a sposarsi, ad un'età così precoce. Io sono felice di lui. Ma perchè devo rinunciare al sogno più importante della mia vita? Io sono sicura che ci sposeremo tra un anno. Ma perché non sposarsi prima? Non so più che fare. Nel caso la convivenza dovesse andare male, chi vorrebbe stare con una ragazza così giovane con già una convivenza alle spalle? Penso che prenderei la convivenza con minore serietà. Penso anche che gli stessi suoi familiari mi tratterebbero con minor rispetto. Che cosa devo fare per trovare una luce dentro di me? Per me è importante anche la religione, anche se i miei sono atei e miscredenti...

 

STORIA N. 14

Vorrei poter capire...

Sono una donna di 30 anni, sposata da 7 e con due bambini piccoli.Con mio marito c'è un rapporto che raramente va oltre la superficialità del quotidiano, non c'è mai stato un gran dialogo tra di noi, ma forse i primi tempi il problema era sentito meno e non lo vivevo come un vero problema perché, avendo un lavoro comune, di situazioni per discutere bene o male se ne trovavano.Io ho smesso di lavorare dopo la prima gravidanza, 4 anni fa, e da allora si è come innalzato un vero e proprio muro tra di noi, ho capito che avevo bisogno di sentirmi accanto un uomo con cui potermi confrontare, con cui essere complice, aprirmi, parlare, progettare assieme i giorni, uno dopo l'altro e di credere nella forza della nostra unione. Non avevo niente di tutto questo, stavamo diventando due sconosciuti, e mi sono accorta che la nostra storia si stava trascinando per inerzia, abitudine, paura di affrontare una realtà che poteva far male.La nostra intesa sessuale e' un vero disastro; io purtroppo, ho sempre sottovalutato il problema, non l' ho mai affrontato veramente fino a quando questa profonda solitudine che cominciavo a sentire dentro,non mi ha dato la spinta per farlo.
Premetto che quando ci siamo conosciuti eravamo entrambi alla nostra prima esperienza sessuale, e questo comunemente crea un insieme di entusiasmi e curiosità che potrebbero anche aver reso meno obbiettiva la veridicità della nostra sintonia sessuale. Resta il fatto che per circa un anno e mezzo andava tutto per il meglio, devo fare un vero sforzo mentale per ricordare quei momenti adesso, ma ricordo che stavo bene, non mi sentivo a disagio, fare l'amore con lui era piacevole e anche il mio desiderio sessuale era buono.Poi qualcosa è cambiato, è successo qualcosa che ha mandato in frantumi il mio equilibrio mentale e non so cosa altro ancora, ma è proprio questo che io vorrei capire......è cominciato tutto da qui, o è solo un alibi che mi sto creando per giustificare il mio disprezzo nei suoi confronti?Una sera lui mi confessa, mentre siamo in macchina, che qualche mese prima mi aveva tradita.....ma non era stato un tradimento come tutti gli altri e si vergognava molto, ma doveva togliersi questo peso che lo affliggeva. Aveva avuto un rapporto omosessuale con un suo amico che conoscevo anche io. Mi sono vista crollare il mondo addosso, stavo seduta accanto ad un uomo che non riconoscevo più, quella persona dolce, affidabile, sincera che era il mio fidanzato era stata annientata da questo "mostro".Stavo veramente malissimo, ma era solo l'inizio, il suo egoismo mi avrebbe fatto stare ancora molto peggio di li a pochi minuti. Mi accompagnò a casa e li cominciai a riprendermi dallo stato confusionale e a scaricare la mia rabbia e la mia delusione che erano tremende, lo insultai, piansi, urlai, gli chiesi di andarsene e di lasciarmi stare. Lui non volle darmi nessuna spiegazione, disse solo che aveva sbagliato e che se io non riuscivo a perdonarlo, mi avrebbe capita, ma disse anche che dovevo sapere che la sua vita senza di me non avrebbe più avuto ragione di essere.
Avrei voluto che scomparisse per sempre dai miei occhi, almeno in quel momento era quello che volevo, ma quelle sue parole mi fecero paura, era caratterialmente un debole, aveva avuto qualche episodio di depressione e temevo che potesse fare qualcosa di irrazionale....gli sono corsa dietro facendomi violenza da sola, mi sono umiliata e gli ho chiesto di non andare, promettendo che non avremmo più parlato dell'accaduto. Il mio colpevole era diventato una vittima, e sempre più vittima quando mi disse che stava male perché era terrorizzato dalla possibilità di aver contratto l'AIDS e aveva bisogno che io gli rimanessi vicino per tutto il tempo che serviva a fare le dovute analisi. Un periodo lunghissimo e dolorosissimo, si sentiva mille sintomi, tutti immaginari, ed io stavo crollando mentalmente e per di più se lui aveva qualcosa lo avrei potuto avere anche io, un vero incubo! L'incubo della probabile malattia svanì, e li forse cominciò l'inizio della fine.Ma ormai avevo deciso di metterci una pietra sopra...ci sposammo subito dopo, ma ormai si era rotto qualcosa, anche se i nostri rapporti erano apparentemente normali e sereni, un po' i suoi sensi di colpa, un po' la mia mancanza di stima nei suoi confronti, ci stava allontanando. E tutto si faceva molto più evidente nei nostri rapporti sessuali, io non ho quasi mai più provato attrazione per lui, anzi, cominciava a darmi fastidio la sua vicinanza, le sue mani addosso, stavo con lui solo per dovere coniugale, non per desiderio, e non vedevo l'ora che finisse. E' così tutt'ora. Lui, credo da quella volta, è molto cambiato, non è più affettuoso con me, nessuna tenerezza, niente allegria, e questo mi irrigidisce ancora di più, quando mi fa qualche carezza o qualche gesto affettuoso, è solo perché ha intenzione di far sesso, forse è anche il mio atteggiamento che lo ha portato a cambiare....vorrei poter capire se è così, se è veramente cominciato tutto da quell'episodio o il mio è solo un alibi, una scusa come un'altra per non ammettere di aver fatto la scelta sbagliata e di non amarlo più a prescindere da tutto il resto.
Vorrei poter capire se dentro di me c'è la forza e la voglia per ricominciare o se ho solo deciso di farla finita. So di aver bisogno di una terza persona che possa aiutarmi e darmi delle risposte, voglio solo uscire da questa situazione che mi sta soffocando e mi sta logorando l'anima. L'altra sera ho rotto la mia promessa di non ritornare mai più a quell'episodio, non ne potevo più e ne ho parlato a lui, in tutta serenità, senza colpevolizzarlo gli ho chiesto se credeva che fosse possibile che il mio blocco sessuale avesse a che fare con quella storia...mi ha detto che lui ne era certo, e che non me lo ha mai voluto dire perché continuava a sentirsi in colpa e non voleva rivangare un dolore tanto forte, per me è stata quasi una liberazione, ho creduto di sentirmi anche meglio, ma adesso è sempre più terribile l'idea di avere ancora dei rapporti sessuali con lui...

STORIA N. 15

UOMINI CHE AMANO TROPPO

Avrei molto da dire, ma molte situazioni non riesco neanche a capirle e a darmi una risposta.Chi scrive è un ragazzo di 26 anni che si è innamorato troppo di una ragazza di 21 anni.Sembrava che avessimo molte cose in comune, ma poi, con l'andare avanti nel tempo, ho notato dei suoi cambiamenti nei miei confronti.Io sono una persona che quando si innamora da tutto se stesso, ma in questo caso qualcosa non va . Ci sono dei suoi comportamenti che non riesco a capire. Mi hanno consigliato il libro "Donne che amano troppo", ma in questo caso tutto riguarda me..... che sono un uomo. Ci troviamo spesso a litigare per cose che hanno dell'assurdo..... io ci tengo sempre a portare avanti il rapporto, ma lei mi dice che "abbiamo caratteri diversi e comunque, secondo lei, da parte mia non c'e la volontà di portare avanti la cosa" ....io, mi sento di conseguenza abbattuto, perché quello che ho dato a lei non lo ho dato a nessuna altra.In questo mese e mezzo abbiamo fatto cose che le altre coppie fanno da conviventi.....abbiamo dormito insieme più notti, ci preparavamo la cena....giornate intere al mare....proprio come 2 conviventi. Non siamo la coppietta che si vede dopo cena per fare una "vasca" per il corso e poi ognuno a casa sua. Il problema però consiste nel fatto che la amo troppo.....tutto ciò mi ha portato all'ossessione di volerla vedere almeno 5 minuti tutti i giorni...Dice di volermi bene e di stare bene con me, ma nel contempo mi dice che vuole rompere perché ci ritroviamo a litigare troppo spesso. E' come se non si accorgesse di tutte le cose belle che facciamo insieme . Io la amo e gli voglio un bene dell'anima , glielo dimostro, glielo dico 100 volte al giorno...vorrei averla sempre con me...... ma perché lei non apprezza tutto questo? Perché ? Nel passato ci sono stati uomini che l' hanno presa in giro, uomini che stavano con altre donne, che non avevano voglia più di tanto di vederla, o quelli che dicevano "sbrighiamoci abbiamo solo mezz'ora" e.....sapete a cosa alludo e, a loro, lei ha dato tutto.... e a me, che vorrei sempre stargli accanto, non mi da neanche un decimo di quello che gli do io e vorrebbe

 

STORIA N. 16

Lei lo aiuterà solamente a peggiorare i suoi problemi

Circa un anno fa ho conosciuto un uomo di 36 anni, separato, con due figli che vivono con la madre a 160 km di distanza da lui. Abbiamo provato un immediato interesse l'una per l'altro e ci siamo frequentati per un periodo, nonostante i miei non accettassero la storia. Poco dopo, lui è entrato in crisi si è dichiarato confuso. Credevo che il nostro fosse amore, ma forse rimpiangeva il rapporto che aveva non con la sua ex moglie, ma con una ragazza conosciuta prima di me, con la quale era finita perché a lei pesava la sua condizione di separato.
Per un anno ci siamo visti da amici (...a volte di più....), ho cercato di aiutarlo a superare i suoi complessi.... mentre lui era tornato a frequentarsi con questa persona molto sporadicamente. Tutto ciò non faceva però che aumentare le sue ansie ed i suoi problemi nel riallacciare relazioni sentimentali.Senza accorgercene, abbiamo comunque cominciato a riavvicinarci, abbiamo trascorso momenti indimenticabili, in cui lui era sereno, eravamo felici, andava tutto alla meraviglia, uscivo con lui ed i suoi figli, stavamo gettando delle basi solide e meravigliose..... All'improvviso, dopo una notte insonne, lui mi dice che non è sicuro di potermi amare, mi vuole un gran bene, ma non riesce ad andare oltre.Abbiamo parlato a lungo, io gli ho consigliato di andare da uno psicologo nel tentativo di aiutarlo davvero...... Ha ammesso di avere paura di innamorarsi e di prendere una fregatura. Sua moglie lo ha emotivamente distrutto, perché lui era una persona che credeva fermamente nella famiglia e nel matrimonio. Con la separazione sono cadute tutte le sue certezze e non riesce più a lasciarsi andare. Quando la relazione assume un ruolo importante, lui tende a scappare, adducendo che i separati è giusto che stiano da soli e che con lui sono solo problemi.......ma d'altra parte non vuole stare da solo.
Io so che con me potrebbe essere di nuovo felice, se solo superasse questi complessi....ma lui tende a scegliere la via più facile.....quella della fuga. Ultimamente mi dice che quando siamo insieme e mi guarda, mi direbbe che vorrebbe stare con me per sempre, ma poi....... magari il giorno dopo, preferirebbe uscire con l'altra ragazza (non la moglie), la quale non lo stimola più di tanto, non lo pone di fronte a delle scelte, perché anche lei vuole un rapporto superficiale. Lei lo considera un egoista come tutti i separati.....ed è per questo che ritengo che lo aiuterà solamente a peggiorare i suoi problemi......

 

STORIA N. 17

12 anni di matrimonio e tante difficoltà.

Colgo quest'occasione per parlare di un problema e un disagio che vivo attualmente.Ho 33 anni e sono sposato con una donna della mia età da 12 anni e con lei abbiamo avuto due bambini di 7 e 11 anni molto vivaci e vispi. Io provengo da una famiglia di 5 figli e sono l'ultimo, ho sempre vissuto in un ambiente familiare abbastanza armonioso pur con qualche ristrettezza. Lei è figlia di ragazza madre, ha trascorso la sua fanciullezza in collegio. Ci siamo sposati giovani dopo un breve periodo di fidanzamento, io ho lasciato la ragazza con cui stavo da 4 anni e lei il suo ragazzo da tre anni. Purtroppo la scelta di sposarci è stata forzata dall'annunciarsi imminente del primo figlio. L'arco di questi dodici anni di vita insieme è stato spesso difficoltoso e colmo di problemi economici e interpersonali, io ho una mia attività e nell'arco di questi dodici anni mi sono dedicato a loro sotto ogni aspetto, recentemente (due anni) ho aiutato mia moglie a realizzare il suo sogno e mi sono impegnato ad avviare la sua attività lavorativa ed indipendente, da qui è scaturito un periodo buio in cui incomprensioni e difficoltà economiche ci hanno letteralmente allontanato. Dapprima era la donna che conoscevo poi lentamente si è staccata da me fino a quando è scoppiato il problema più grosso. A febbraio di quest'anno ha affermato di non provare più nulla per me e che i sui sentimenti erano cambiati, non desiderava più la mia compagnia e la mia presenza. Discutendone e con molto dolore dentro l'ho convinta a riprovare ma è stato inutile, in vacanza è ritornato nuovamente il problema peggiorando la situazione, non solo mi ha riconfermato ciò che pensava, ma mi ha chiesto di non avere più rapporti con lei , mi ha confessato che la mia gelosia e la paura che aveva del mio carattere focoso l' hanno costretta a "mandare giù" senza mai rispondere, ed ora ha trovato il coraggio di sputarmi addosso tutti i veleni e i rospi che ha ingerito in questi anni, non solo mi ha rinfacciato il fatto che non ha mai potuto decidere per se stessa, mi ha anche chiesto di vivere come separati in casa per amore dei figli.Mi sono rifiutato di accettare una situazione del genere e mi sono ritirato a casa dei miei genitori dandole il carico di tutte le responsabilità legate alla famiglia e al suo lavoro, per lasciarle il tempo di riflettere e decidere se riprovare l'unione tra noi e riunire la famiglia oppure separarci.La vicenda ha molteplici sfaccettature, a partire dalle amicizie che lei frequenta e che personalmente non condivido per l'elevata differenza di età, la sua dipendente che ha 18 anni e che regolarmente la invita ad uscire con la sua compagnia, la libertà che recentemente mi ha manifestato di mancarle, la totale mancanza di desiderio di stare insieme, e soprattutto la mia gelosia che recentemente è aumentata a causa di tanti piccoli segnali che ho ricevuto da lei.Oggi dopo dieci giorni di allontanamento, sono rientrato a casa perché domenica, parlando, mi ha chiesto di riprovare e di risalire il burrone insieme quotidianamente, però mi rendo conto che la decisione che ha preso è stata dettata dalla sofferenza che tutti proviamo inclusi i figli, e mi sono accorto che la scelta che ha fatto è stata dettata per un 60/ 70 % dai figli, e da un 20% dai problemi economici che ha incontrato anche perché non è in grado con il suo lavoro di mantenere ne se stessa ne la famiglia, nonostante io le passi gli alimenti. E giusto ieri mi ha chiesto di poter uscire venerdì sera con le sue amiche.Ora non capisco più cosa dovrei fare, sono molto confuso e intimorito da quello che potrebbe nuovamente accadere, non comprendo se mia moglie si sta prostituendo nei miei confronti per tenere unita la famiglia, o se invece c'è stato un amore nascosto nel suo passato, o se invece ha avuto un ritorno di fanciullezza, o se il rapporto tra noi è caduto perché la figura di marito-padre è crollata. Non sono psicologo ma mi sforzo quotidianamente di capirla e di comprendere i sui stati d'animo e di portarla gradualmente a riflettere sulla situazione che si è creata e sulle storture che ci sono, ma nonostante tutto, sono io stesso confuso e combattuto sul da farsi.. Essendoci ancora dei buoni rapporti e dialogo con mia moglie,potrei anche valutare la possibilità di andare insieme da qualcuno per chiedere un aiuto terapeutico....

 

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La comunicazione assertiva
di Lanari Gianni, Calbi Nunziata - Ed. Finson

L'assertività o arte del rapporto interpersonale è, in Italia, una disciplina ancora misconosciuta. Essa descrive un modo di agire e uno stile relazionale in cui il rispetto dei propri desideri e bisogni riveste un ruolo di primo piano, mantenendo allo stesso tempo l'attenzione ai diritti e all'uguaglianza tra le persone. Il manuale guida il lettore lungo un percorso di crescita e auto-miglioramento che conduce all'equilibrio con se stessi e a una migliore interazione con gli altri...

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